Sabato Santo

25 Marzo 2019 0 Di admin

Decisamente importante, in passato, il momento in cui le campane venivano sciolte, e coi suoni più allegri annunciavano la resurrezione di Gesù. In quel momento del Sabato Santo, tutta l’acqua era benedetta: ci si lavava il viso, e specialmente gli occhi, per purificare corpo e spirito…

Ma anche, il protratto scampanìo terrorizzava gli spiriti maligni, che fuggivano inorriditi dalle case in qualche modo occupate. Per aumentare la loro paura, uomini, donne e bambini percuotevano le porte con grossi bastoni, spostavano mobili, facevano insomma il maggior frastuono possibile; ciò, per qualche studioso, starebbe alla base delle straordinarie pulizie pasquali che ancora in molte famiglie si praticano.

Per le fatiche di queste, per spirito religioso, per il tempo assorbito dalle preparazioni destinate al pranzo del giorno successivo, e anche per arrivare a tale cimento convenientemente leggermi, il menù del Sabato Santo era senza dubbio contenuto. Tradizionale, comunque, il “Bianco e nero d’agnello”, perfettamente rispondente alle particolari esigenze di preparazione spiccia, d’ottimo sapore, e per giunta occasione d’impiegare le frattaglie del biblico animale protagonista del grande arrosto pasquale. Come “primo” le vetuste “Reginette cò-e euve”. Che seppure definite dai Trilli, in una notissima canzoncina che è quasi loro sigla, “un mangià do belin.”, dispiega egregie qualità. Quella dei popolari cantori è per noi patente ingiustizia, autentica denigrazione…

Reginette co-e euve (Reginette con le uova)

Gianco e neigro d’agnelletto (Bianco e nero d’agnello)

Insalatta mista (Insalata mista)
Cuori di scarola; 2 trevigiane; un finocchio; un mazzo di ravanelli; sale; olio extravergine d’oliva; aceto di vino bianco.Utilizzare i cuori delle scarole impiegate per i ravioli: pulirli e porli a bagno con la trevigiana, il finocchio, le cipolline e i ravanelli, il tutto mondato con cura.Preparare in una piccola ciotola il condimento, emulsionando un cucchiaino di sale con un cucchiaio d’aceto e tre d’olio. Porre la ciotola al centro d’un piatto da portata grande e rotondo.
Tagliare a striscioline la scarola e farne una corona attorno alla ciotola; ripetere l’operazione con la trevigiana, che verrà posta all’esterno della scarola. Affettare il finocchio molto sottilmente e disporlo esternamente alla trevigiana; se sarà possibile, tagliuzzare i ravanelli in modo da dar loro la forma di fiore, e sistemarli comunque presso il bordo del piatto. Eliminare la parte verde delle cipolline e adagiarle nella ciotola del condimento, appoggiate al bordo in modo che possano essere prese senza ungersi le dita: così esaleranno un po’ d’aroma all’intingolo, rendendolo più appetitoso.

Fruta (Frutta)