Ventre di tonno in umido
La ventre (sì, al femminile) è lo stomaco del tonno. Non è da confondere con la ventresca che invece è il filetto dell’addome, il più pregiato del pesce. Quindi la ventre è una trippa e proprio come la più famosa trippa di bovino si preparara in umido – oppure in insalata.
In Liguria la tradizione di questo piatto risale ai tempi di quando i lavoratori stagionali, soprattutto di Moglio e Villanova d’Albenga, detti “tonnarotti”, uomini forti che dalla Liguria si trasferivano nelle tonnare della Sardegna (Carloforte, in particolare, colonia di Genova e sede di una grande tonnara), grandi professionisti del taglio e della cottura del tonno rosso considerato il più ricercato e pregiato tra tutte le qualità di tonno. Non a caso i liguri, oltre che armatori, furono anche tra i primi industriali del tonno. Torniamo ai tonnarotti, non pescatori ma, se si vuole semplificare, macellai. Ricevevano una paga, certo, ma forse per la parsimonia ligure, spiaceva buttare il “quinto quarto” del tonno. Così, accanto alla moneta, avevano la possibilità di portare a casa la “ventre” e altri sottoprodotti della lavorazione (che altrimenti sarebbe andata a finire in mare), come il “musciamme” (filetto di tonno), la “biella” (budello), il “coeu” (cuore), il “figatallo” e la “bottarga” (uova). Una volta a casa, in Riviera, le donne (spesso anche gli uomini, marinai, ma spesso ottimi cuochi) si inventavano ricette dal gusto forte ma gustose, se si vuole virili, povere ma ricche di fantasia e umanità.
La ventre è non solo un piatto tipico di Alassio, ma un vero e proprio must di Moglio e Villanova d’Albenga e allora ecco che, con il patrocinio della Associazione Vecchia Alassio è nata la Confraternita della ventre e delle altre ricette perdute. Ad animare la Confraternita Ruggero Ruggeri, docente alle superiori e innamorato delle tradizioni non solo alassine. La ventre di tonno, tra le altre cose, è un piatto ligure tradizionale, inserito nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. Nella frazione Moglio di Alassio si tiene la prima domenica di agosto una sagra dedicata a questo piatto tipico.
La ricetta proposta è del ristorante Il Genovese, pubblicata sul sito www.palatifini.it
Note
A piacere si può insaporire con capperi e/o olive taggiasche; per i più audaci consigliamo di provare l’uva passa.
Per chi volesse acquistare questo prodotto così particolare può trovarlo sul sito Palati Fini al seguente link: https://www.palatifini.it/it/onserve-di-mare/3955-ventre-di-tonno-salata-650-gr-ittica-capo-san-vito.html
Ingredienti
- 650 gr di ventre di tonno
- 300 gr di patate
- 500 gr di pomodori
- 3 spicchi d’aglio
- 25 gr di pinoli
- prezzemolo e alloro a piacere
- q.b. olio EVO
- mezzo bicchiere di vino bianco
Istruzioni
- Mettere in ammollo per una notte la ventre essiccata.
- Sciacquare bene per togliere la salinità in eccesso.
- Tagliare a listarelle la ventre e darle una sbollentata in acqua per un quarto d’ora.
- Preparare un soffritto con aglio, pinoli, prezzemolo e alloro.
- Insaporire la ventre con il soffritto e poi sfumare con del vino bianco.
- Aggiungere il pomodoro e la patate a dadini.
- Lasciare cuocere a fiamma bassa per almeno 45 minuti.
- Regolare di sale (se disponibile usare in alternativa del brodo di verdura o del fumetto di pesce).