Natalin co-e trippe (Natalini con le trippe)

Oggi, in quanto a spese, Natale è un po' tutti i giorni: le nostre uscite nutrizionali vengono continuamente « aggiornate » da nuovi aumenti, e così, ormai, non si va più tanto per il sottile, e ci si limita all'abitudinario mugugno.
Una volta non era così, e Natale si aspettava anche per concedersi, finalmente, un pranzo un po' più ricco, senza dover badare una volta tanto alle spese e al tempo che occorreva per la sua preparazione.
A Savona, la tradizione « imponeva » i natalini (i classici maccheroni di Natale) con le trippe: un avvenimento importante che maturava in una atmosfera calda e confortevole, vera gioia che iniziava già col grande allegro appuntamento delle massaie nelle rivendite riccamente imbandite. Ma questo rito natalizio non avveniva solo tra le pareti domestiche: dai numerosi locali della via Pia e da quelli abitualmente frequentati dai marinai dei barchi all'ancora del vicino porto, già alla vigilia della festa si spandeva, per l'aria gelida, tra le folate della tramontana, un annuncio di ricchezza e di goia. Era il profumo dell'arrosto e di tutto ciò che si sarebbe consumato nella lunga imbandigione del dì seguente, i vasti porticati di via Paleocapa pieno possesso dei gatti e di qualche cane randagio, in cerca dei resti della grande abbuffata.

Testo e ricetta tratti dal libro “Mandilli de saea” di Franco Accame
Foto tratta da https://www.mangiarebene.com/